Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

1 novembre 2011. Resoconto delle attività speleologiche svolte a margine del raduno di Negrar (VR)

Terminato il raduno speleologico di Negrar (con canti, balli e baccanali) è il momento di tirare le somme relativamente all’attività speleologica svolta a margine dell’iniziativa.

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Domenica 30 ottobre 2011.

Anahi e Simone scendono il primo pozzo della Spluga della Preta (1 V Vr)  e lo risalgono in 30 minuti esatti, a loro vanno i nostri complimenti per il gesto atletico.

Rosita, Flavio, Ambra, Chiara, Erica P, Davide, Ilaria ed Henry vanno in ricognizione presso la zona archeologica del Ponte di Veja (comune di Sant'Anna d'Alfaedo, Pr. VR), gigantesco arco naturale, creatosi in seguito al crollo di una cavità sottostante in tempi geologici (http://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Veja).

 

Il sito, nel cui comprensorio si trovano svariate grotte e ripari sotto-roccia, ha restituito materiali litici che vanno dal paleolitico superiore al neolitico, nonché svariate forme di arte rupestre.

La geologia della zona comprende calcare rosso ammonitico e dogger selcifero. Proprio la presenza di queste ultime rocce silicee ha fatto si che le adiacenze del ponte siano diventate un vero e proprio “show-room” della selce (Sierra, Sierra, non foxtrot, chi deve intendere...intenda). Il terreno intorno è infatti tutto tempestato di schegge di lavorazione.

Durante la ricognizione vengono parzialmente visitate le cavità denominate Grotta dell’Acqua  (o grotta C del Ponte di Veja, 466 V Vr) e Grotta B del Ponte di Veja, (465 V Vr).

 

Lasciata la zona di Veja ci si reca presso le cave medioevali di località Prun (http://it.wikipedia.org/wiki/Cave_di_Prun) dove, nell’ambito delle attività speleologiche in cavità artificiali svolte dal Gruppo, viene visitato il labirinto di cunicoli creato nei secoli dai cavatori e vengono scattate numerose fotografe.

 

Lunedì 31 ottobre 2011.

Lo stesso gruppo del giorno precedente, con l’esclusione di Davide ed Erica P, ma con l’aggiunta di Alessio, si reca alla valle delle sfingi presso Camposilvano (VR) (http://www.camposilvano.it/vallesfingi.htm).

Fallita la visita al museo, causa chiusura autunnale dello stesso, si inizia a salire un dolce pendio lungo una strada pastorale. Nel frattempo si visita, in contrada Kunek, una cavità semi riempita di rifiuti contraddistinta dalla placchetta catastale nr. 1486, dopodichè si continua nell’ascesa. Giunti finalmente alla valle, si ergono maestosi dei grossi pilastri in calcare rosso ammonitico che rendono il paesaggio quanto mai suggestivo.

Il terreno della zona, fin da tempi antichissimi utilizzato come pascolo, restituisce schegge di lavorazione della selce (sierra non foxtrot), unitamente a grossi quantitativi di letame, sparso in quantità con funzioni di concime.

Ripulite la scarpe dallo sgradito concime, scendendo semi-clandestinamente in boschi e canyon vuoti riempiti di foglie ma tuttavia “aggibbili” (più doppie metti, più scena fai...) arriviamo alla maestosa entrata del Covolo di Camposilvano (41 V Vr) dove, ai fini di contentare la statistica, scende il soffice e scatta un paio di fotografie col cellulare... per la serie non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono o cattivo equipaggiamento.

Tornando indietro si cerca una trattoria aperta ma sembra esserci il coprifuoco, ripieghiamo su un baretto agonizzante di Negrar dove ci accontentiamo di tramezzini e patatine in busta della S.Carlo (notevoli i coni di mais aromatizzati...).

In soldoni, nell’arco di due giorni sono state visitate ben 5 cavità naturali ed una rete di cunicoli di cava, il risultato è tutt’altro che negativo per un raduno speleologico.


Commenti:

speleoalex
speleoalex
non ho parole ....



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